• 24/11/2024

TRANSURFING: IL TERZO VOLUME. La nostra intervista a Vadim Zeland

la copertina de Avanti Nel Passato
la copertina de Avanti Nel Passato
Foto: ufficio stampa Gruppo Macro

Esce in Italia il terzo libro della triologia sul Transurfing di Vadim Zeland, ‘Avanti nel Passato’
Articolo ed intervista di Luana Salvatore
Traduzioni dal Russo di Vera Bani

Finalmente in Italia il terzo libro della triologia sul Transurfing di Vadim Zeland, ‘Avanti nel Passato’ (MACRO Edizioni). Un movimento che ha al seguito una folta schiera di sostenitori e appassionati della materia. Al momento sono stati pubblicati tre volumi, il primo ‘Lo Spazio delle Varianti’, seguito da ‘Il Fruscio delle Stelle del Mattino’ hanno già conquistato il pubblico italiano, che si ostina ad inseguire freneticamente l’autore nel web, in cerca di altre risposte. Vadim Zeland non concede molte interviste, ma ho avuto il piacere di intervistarlo per Rolling Stone Italia, e visto il successo di questo suo ultimo volume, già richiestissimo in internet e nelle librerie, ho contattato nuovamente l’autore per un ulteriore approfondimento sul Transurfing. In questa intervista, realizzata con l’insostituibile aiuto della traduttrice italiana Vera Bani, sua collaboratrice ed interprete, Zeland spiega cosa si cela dietro la nostra realtà visibile.

“Il Transurfing si basa sulla presupposizione che esista ‘uno spa­zio delle varianti’ in cui sono custoditi gli scenari di tutti i possi­bili eventi. Il numero di varianti è infinito, come infinito è l’in­sieme delle possibili posizioni di un punto sul piano cartesiano. In questo spazio è scritto tutto quello che è stato, è e sarà. L’ener­gia dei pensieri dell’uomo, a determinate condizioni, è in grado di materializzare un settore o l’altro dello spazio delle varianti. La possibilità potenziale s’incarna nella realtà, al pari di un’im­magine riflessa sullo specchio delle varianti. L’uomo è in grado di formare la sua realtà, ma per fare ciò deve osservare determinate regole”.

Basta rinunciare alla lotta e all’importanza, proiettare davanti a noi quello che sarà il nostro fine come in una diapositiva, ossia ‘visualizzare’ (per utilizzare un termine caro all’esoterismo) il nostro obiettivo come se fosse ‘già realizzato’, sfruttando ‘l’energia dell’in­tenzione’, ovvero ciò che alimenta in noi la risolutezza ad avere e ad agire.

Senza timori, ansie, dubbi o paure, eviteremo di farci deviare nel percorso da quelli che Zeland chiama ‘pendoli’ e vampiri energetici, i soggetti che assorbono le altrui energie ostacolando il nostro percorso e trascinandoci sulle linee della vita negative.

“Questo libro vi rivelerà un mondo assai strano, nel quale la realtà di tutti i giorni si presenta sotto un aspetto sconosciuto – scrive nel suo ultimo lavoro ‘Avanti nel Passato’- Molte questioni esistenzialmente importanti vengono esaminate da un punto di vista assolutamente inaspettato. Ma ciò che più colpisce non è tanto l’inusualità di questa nuova realtà, quanto il fatto che essa è gestibile”. Il Transurfing non aiuta a lottare contro i problemi e nemmeno a risolverli, aiuta semplicemente a evitare di incontrarli.

Il successo di questo movimento risiede proprio nella nuova prospettiva che suggerisce al lettore, un modo completamente innovativo di gestire la vita quotidiana. La chiave di lettura dei tre libri, va intesa proprio come una serie di consigli finalizzati a comprendere le energie che muovono il nostro mondo, parafrasando la realtà, attraverso l’uso di metafore.

“Nonostante il carattere fantastico delle idee illustrate in questo li­bro – si legge nella prefazione del terzo libro- esse hanno già trovato una conferma pratica. Coloro che hanno deciso di mettere in pratica il Transurfing hanno provato una sensa­zione a metà tra lo stupore e l’entusiasmo. Il mondo che circonda il Transurfer cambia in modo incomprensibile sotto i suoi occhi. Perché non si tratta di misticherie virtuali ma di una realtà gestibile”.

– Dr. Zeland, come è fatta veramente la realtà, quante dimensioni dobbiamo considerare? Più di tre?

“Questo nessuno lo sa. Ora e’ di moda dire che il pensiero e’ materiale. Con autorità di fisico posso dirvi che ciò e’ una sciocchezza. Il pensiero non e’ materiale quanto meno per il semplice fatto che non può essere fissato da nessuno strumento fisico e non ha una velocità’ di diffusione. Non appena avete pensato a qualcosa il vostro pensiero e’ già finito ai limiti dell’ Universo, senza nessun ritardo. L ‘elettroencefalogramma registra gli impulsi cerebrali come risultato dell’attività mentale del cervello, ma non registra i pensieri. Allo stesso modo, il lampeggiamento delle luci sul computer indica non i programmi di per sé ma il processo del loro lavoro. Con l’energia il discorso e’ più semplice: la si può’ fissare, sentire e persino vedere con l’oscillografo. Con i pensieri, invece, la faccenda e ‘ molto più’ complessa. Se qualcuno riesce a spostare gli oggetti “con la forza del pensiero ” anche in questo caso non e’ come sembra. Gli oggetti li muove l’energia, essa si che e’ materiale. Il pensiero invece non lo e’. Ma avete mai pensato a che cos’e ‘ il pensiero? E’ chiara solo una cosa: che esso contiene dentro di sé una qualche informazione. Ma di cosa si tratti, lo potete spiegare?

Analogamente, non si può spiegare cosa sia l’infinito. Provate un po’ a immaginare: ci allontaniamo sempre più’ dalla Terra, usciamo dai confini del sistema solare, dai confini della galassia, oltrepassiamo tutti gli ammassi stellari e sorpassiamo persino i limiti del nostro Universo, poi, probabilmente, incontriamo altri Universi e cosi all’infinito…. e’ difficile immaginarsi tutto ciò per quanto ci si sforzi. Personalmente, una simile situazione fa provare alla mia mente un forte disagio. Esiste inoltre un altro fatto ancora meno confortevole: l ‘universo e il punto sono topologicamente la stessa cosa.

Provate ora a immaginare che ci stiamo muovendo nell’infinito non verso l’esterno ma verso l’interno, nella molecola, nell’atomo, oltrepassiamo gli elettroni che girano attorno al nucleo come pianeti, ci inoltriamo in un protone, all’interno del protone ecco già i quark, e cosi via, andando anche qui infinitamente lontano e a lungo. Nessuna fine, nessun inizio e nessun modo di cercarli. E nemmeno un sostegno, delle fondamenta su cui poter dare appoggio alla propria ragione, per poterci capire almeno qualcosa.

Che fare allora? Bisogna accontentarsi di modelli che almeno in un primo approccio grossolano possano spiegarci chi siamo e in quale mondo viviamo. Perche’ altrimenti “la nostra testa va fuori di testa”. E infatti succede proprio cosi: se la ragione perde il suo sostegno in questo mondo, il suo “punto di montaggio” si mescola con un altro mondo parallelo e di conseguenza la persona, secondo l’opinione degli altri, finisce per uscire di senno. Comunque, in qualsiasi modo si spieghi, qualunque siano i modelli che si costruiscano, le domande erano e restano aperte.”

– Siamo da soli nell’universo? C’è qualcun altro oltre a noi?

“Di nuovo, non lo sa nessuno e nessuno lo saprà perche il quadro del mondo non e’ statico e non e’ “monovariante”, ma e ‘ infinitamente eterogeneo nelle sue manifestazioni, come una serie infinita di riflessi tra due specchi posti uno di fronte all’altro. Avete mai provato ad avvicinarvi a uno specchio tenendone un altro in mano? Quello che vedrete riflesso e’ per l’appunto il modello più adeguato del nostro mondo, un’infinita’ di riflessi speculari. Noi siamo in grado di studiare e comprendere solo singoli riflessi, le une o le altre manifestazioni di una realtà’ poliedrica.

A seconda del tipo di concezione (speculare) con cui vi avvicinate allo specchio del mondo otterrete un riflesso anziché un altro. Se alla base del vostro specchietto ci sono i principi del materialismo, otterrete un quadro corrispondente del mondo. Se invece si tratta di idealismo (soggettivo o oggettivo non fa differenza) anche in questo caso il mondo non opporrà obiezioni e costruirà un riflesso pienamente logico e coerente ai principi dell’idealismo. Pertanto otterrete tanti modelli del mondo quanti ne vorrete ottenere.

Ma l’importante è un’altra cosa: ovvero cosa si può ottenere con l’aiuto dell’uno o dell’altro modello. Per esempio, cosa si può ottenere se si costruisce una bomba atomica o cos’altro si può’ raggiungere se si crea una società umanistica, coesistente in armonia con la biosfera del pianeta.

Il modello del Transurfing da questo punto di vista propone un modo di esistenza e di raggiungimento dei propri obiettivi in una situazione ambientale contemporanea che si e’ trasformata, in sostanza, in una tecnosfera aggressiva. Il principio fondamentale sta nel fatto che ci formiamo la nostra realtà con la forza dei nostri stessi pensieri. A questo punto ci si potrebbe chiedere: ma perche ciò e’ possibile se i pensieri non sono materiali? E’ possibile proprio perche’ i pensieri non si trovano in testa , ma nello spazio delle varianti, metafisico e non materiale, dove si conserva in stato stazionario tutto quello che e’ stato, e’ e sarà. I pensieri sono come i canali di una telericevente. L’uomo, invece, e’ una sorta di biotelevisore perfetto, in grado di collegarsi, secondo i suoi desideri, all’uno o all’altro settore dello spazio dove si trovano questi stessi pensieri, “programmi televisivi”. E, come un televisore, l’uomo non “genera” i programmi ma li capta.

Tutti gli esseri viventi del nostro mondo sono “collegati” a un certo programma. I vegetali hanno i loro programmi, rigidamente fissati. I programmi degli esseri che sanno strisciare, nuotare, correre, volare sono più ‘ flessibili ma comunque “elaborati” in modo piuttosto rigido, a livello di istinti. Solo l’uomo e’ in grado di “saltare” consapevolmente da un “canale” all’altro, ma purtroppo non utilizza pienamente questa sua possibilità a causa del fatto che si lascia troppo coinvolgere dal “serial trasmesso ” nella realtà. E questo “serial”, squallido nella maggior parte dei casi, non cessa perché “il telecomando” si e’ inceppato sullo stesso pulsante. L’uomo però e’ in grado di prendersi “il telecomando” in mano e cambiar canale. Certo, la realtà non muterà di colpo. All’inizio, per inerzia, continuerà a trasmettere sempre lo stesso programma. Tuttavia, se per un periodo sufficientemente prolungato si insisterà a premere sul canale che serve, nel vecchio “serial” cominceranno gradualmente a delinearsi i contorni del nuovo programma e alla fin fine la nuova realtà prenderà il sopravvento e finirà per sostituire la precedente. In questo modo si materializzano i pensieri.”

– Nel Suo libro, ‘Avanti nel Passato’, Lei ha dato una anticipazione del nuovo libro, di prossima uscita ‘Le Mele cadono al cielo’. Molti dei Suoi lettori, nei forum e nei siti di fans in Italia, prima ancora di comprare il Suo ultimo libro, già si chiedevano come sarebbe stato il successivo…. è incredibile! Lei interagisce con i suoi lettori?

“E’ vero che ogni discussione, anche le critiche e le polemiche, danno vigore al pendolo del Transurfing, lo fanno oscillare per bene e favoriscono la sua promozione. Io però non prendo parte alle discussioni, sono molto impegnato ad occuparmi della corrispondenza con i lettori che si rivolgono a me con i loro problemi. Seguo solo il pubblico russo dei lettori, perché non ho semplicemente la forza fisica di interessarmi della corrispondenza proveniente da altri paesi.”

– Lei ha creato termini specifici e metafore per il suo progetto sul Transurfing. Lei crede che questo metodo sia un nuovo modello e una nuova prospettiva per il mondo?

“Per quanto riguarda le prospettive della nostra civiltà ho un opinione pessimistica. La realtà in cui viviamo non e’ più quella di alcune decine di anni fa. I cambiamenti stanno avvenendo con gran velocità e si espandono a valanga, in accelerazione. Tutti conoscono il termine ” biosfera” inteso come ambiente in cui convivono esseri viventi. Pochi però conoscono e riflettono sul concetto di ” tecnosfera”. La tecnosfera indica tutte le conquiste della civiltà tecnologica a cominciare dagli elettrodomestici per finire ai prodotti alimentari. Tutto ciò che la tecnosfera tocca, compreso l’uomo, subisce una trasformazione cardinale, seppur non sempre evidente.

Quando la nostra civiltà intraprese il cammino dello sviluppo tecnologico, presero avvio delle leggi che allora non erano manifeste. Oggi l’azione di queste leggi sta facendo si che la tecnosfera si stia irrimediabilmente trasformando in una “matrix”. La “matrix” e ‘ una sorta di conglomerato, un sistema dove all’uomo singolo viene assegnato il ruolo di pila, alimentante il sistema.

Film come “Matrix” o “Surrogati” non mostrano tanto soggetti di fantascienza quanto un nostro prossimo futuro. E qui non si tratta nemmeno della tecnica, da cui l’uomo si fa circondare. Quando le persone capitano in un campo informativo comune, creato da ogni sorta di mezzi di comunicazione di massa, finiscono in balia del sistema. Non e’ più l’uomo a gestire il sistema, ma e’ il sistema stesso a controllare e sottomettere l’uomo. Nella ragnatela di informazione mondiale (web) e’ una cosa semplice da realizzare.

Ho descritto il tema In modo dettagliato nel mio ultimo libro “Il Transurfing apocrifo”, per ora pubblicato solo in Russia.”

Per ulteriori approfondimenti sul Transurfing, è possibile visitare la pagina in italiano, curata da Vera Bani, all’interno del sito ufficiale di Vadim Zeland www.zelands.com/i_intro.htm.

Luana Salvatore
RioCarnival Fanzine – Music & Culture
copyright 2010

Luana Salvatore

Giornalista pubblicista, dal 2010 è editore e direttore responsabile di RioCarnival Music Magazine, nonchè co-fondatrice della fanzine italiana dedicata ai Duran Duran (1987). Laureata in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l'Accademia di Belle Arti di Roma (1998), ha scritto una tesi sperimentale in regia cinematografica denominata: "Immagini per la Musica" sull'evoluzione dell'immagine dal periodo British Invasion sino ad Internet, con riguardo per i video musicali. Membro della MEDIMEX Academy, vanta collaborazioni con alcune testate giornalistiche musicali (Rolling Stone e Billboard). Appassionata di Arti e Nuove Tecnologie, è attenta alle questioni sociali e ambientali, disabilità, neurodivergenze, neuroscienze, yoga e discipline olistiche. Si interessa e scrive di Musica, Cinema, Cultura e Lifestyle. Contatti: editor@riocarnivalmagazine.it