Sergio Sylvestre è un giovane di indiscutibile talento. Non solo perché si è imposto nella dura competizione da talent di Amici di Maria De Filippi. Vi possiamo preannunciare che Sergio ha sfornato proprio un bel disco, uno di quei passi che spesso ci augureremo fossero fatti dai nostri artisti per il mercato globale. Dei 5 brani che abbiamo sentito del suo primo omonimo album (in uscita il 10 febbraio, in concomitanza con la settimana del Festival di Sanremo) almeno tre potrebbero essere dei singoli bomba.
Sergio canta in inglese, e la scalata alle classifiche potrebbe essere certa con Planes, un pezzo che riporta alla mente alcune atmosfere alla John Newman (e infatti è stato scritto dal fratello) e con Lucky Ones, dove sembra che si sia reincarnato in lui un Seal della prima maniera. Ci sono degli accenni coraggiosi di elettronica melodiosa, molto soul attualizzato e respiro internazionale. “Sono contento che l’Italia mi stia regalando questa possibilità – ci ha detto il cantante presentando l’anteprima del disco – e anche del fatto che ora posso ripagare la fiducia che mi avete dato con un disco dove metto tutto me stesso. In America non avrei mai pensato di poter riuscire a fare questo mestiere. Per questo ce la metto tutta per farmi ascoltare dal pubblico italiano”.
Sergio Sylvestre ci ha confidato di essere nel nostro Paese per caso: “Ero in un momento di fermo qualche anno fa, non sapevo cosa mi piaceva. E mio padre mi aprì la mente dicendomi che in Italia avrei trovato tanti stimoli e tanta cultura. Quando sono arrivato a Gallipoli ho capito che non me ne volevo andare più”.
Anche se il suo primo Sanremo da spettatore è un’edizione abbastanza recente (“quello dove vinse Mengoni”, era il 2013), Sergio oggi si prepara da professionista a gettarsi nella folle settimana festivaliera: “Sono timido ma ce la devo fare, sarà una bella prova”.
Christian D’Antonio