Lorenzo-Jovanotti presenta il suo nuovo album “Oh, Vita!” (Universal Music) di fronte ad una platea selezionatissima di giornalisti, ma concede la visione della conferenza stampa al pubblico ed ai suoi fan in streaming su Jova.tv, sulla sua pagina Facebook e su quella di VH1 Italia. Inizia la conferenza molto emozionato, raccontando di aver telefonato a Rick Rubin manifestando questa sua tensione ed ha ricevuto il conforto ed il sostegno del suo nuovo produttore, sicuro del lavoro che aveva fatto. Le prevendite, affermano i produttori di Universal durante la diretta Facebook, stanno già andando molto bene. Il disco, sentendo i passaparola e leggendo i commenti sui socials è già un successo e noi siamo molto curiosi di ascoltarlo.
Lorenzo racconta subito di aver chiesto ad giornalista di sondare in un centro di accoglienza, quali fossero playlist che ascoltano i ragazzi che “arrivano dal mare”, dimostrando anche molto interesse su quanto accade in Italia, nonostante la sua lunga permanenza all’estero, soprattutto a New York che definisce una città più “sporca” rispetta all’Italia, spezzando una lancia a favore delle nostre città, che spesso critichiamo ingiustamente.
“Rick aveva detto una cosa importante – commenta Lorenzo durante la conferenza – “ho visto i tuoi numeri, quanta gente viene ai tuoi concerti, non posso aggiungere nulla ai tuoi numeri per te non posso fare niente, ma mi piace come suoni e quindi possiamo rendere questa cosa un’esperienza”.
“Mi sono affidato completamente a lui – continua Lorenzo – non ha voluto le traduzioni dei testi ma voleva solo capirne il senso. Per cogliere le emozioni. E’ stata una grande esperienza, non mi aspetto niente altro da questo disco che ciò che è. Questo disco, per quanto mi riguarda è indiscutibile, perché è un pezzo di vita di un essere umano”
A quanto pare, questo nuovo lavoro apre un processo di maturazione di Jovanotti, o quanto meno ad una presa di consapevolezza, anche rispetto ai lavori della sua carriera: “Questo disco getta una luce sul mio passato, facendo rivivere i miei pezzi in una nuova vita, più rock and roll, più informale”.
“Da Rubin – prosegue – sto imparando e posso imparare un sacco di cose. Mi ha detto: “Facciamo un’opera d’arte. facciamo un disco che si possa ricordare tra 20 anni. Ci sono degli artisti pazzi, che quando fanno un disco pensano solo a quello. Neil Young, per esempio è matto, la sua vita è come come quella di un matto e questo rappresenta una ‘opportunità’ per fare arte e vivere di arte. Fai un disco bello, che ti faccia impazzire senza pensare alle hit radiofoniche. Cosa dice tua moglie del disco? Cosa dice tua figlia del disco? Questo deve essere importante per te” esortandolo, probabilmente a focalizzarsi sul processo di elaborazione artistica piuttosto che alle vendite.
La foto del cinquantesimo compleanno, l’unica scattata quel giorno (in foto), è diventata la copertina del disco. Non vediamo l’ora di scoltare questo lavoro, noi che Lorè lo ascoltiamo e seguiamo dagli esordi, che lo incontravamo spesso a Roma durante la fine degli anni novanta, fuggendo dalle lezioni dell’università per andare a salutarlo in radio o durante i raduni dei “tamburani” (gli associati al suo fan club). Siamo curiosi di ascoltare e vivere le emozioni dei nuovi brani, soprattutto di captare l’impronta di Rubin, di curiosità ne abbiamo tante, fremiamo dalla voglia di sentirvi suonare tutti dal vivo. Magari la prossima volta ci piacerebbe anche farti qualche domanda dal vivo 🙂
Buon ascolto a tutti.
Luana Salvatore
editor@riocarnivalmagazine.it
