Ha appena compiuto 20 anni. Un altro biondino epoca post-Sonhora tutto bimbe-minkia e social network? Edo, a quanto abbiamo capito incontrandolo in un locale super-fashion milanese, è tutt’altro che lo specchio del suo tempo e dei nostri tempi. “Mi sono iscritto al conservatorio – ci confessa – ho scelto Cuneo perché è lì che ci sono maestri che possono insegnarti davvero qualcosa di speciale per la musica. Giorgio Secco, chitarrista di Eros, Ferro. Gente con cui poi improvvisiamo delle jam session molto divertenti”. Mai giudicare un libro dalla copertina. L’immagine del giovane cantautore dalla Val di Susa da un lato ammicca a Mtv, che certamente programmerà il video del singolo Tempo Perso, dall’altro ha radici ferme nell’universo rock italiano. “Mi piacciono molto i Timoria e Francesco Renga, che ho avuto la fortuna di conoscere fin da piccolo visto che era amico di mio zio. Magari se un sogno c’è per me è fare qualcosa con lui”. Al momento, grazie anche al produttore Gigi Rivetti, suo maestro di piano tra i fondatori degli Statuto, gruppo storico torinese, il sogno si chiama Sendorma, il suo EP “che esce anche in formato fisico” ci tiene a precisare, in questi giorni. Una sintesi del suo mondo, rock fm direbbero gli americani, con testi “partoriti di notte perché è il momento della giornata che più mi concilia la scrittura”. Come scrive musica un ventenne nel 2013? “Con le cuffie in testa per non disturbare i genitori – dice senza scomporsi – e con una matita e una chitarra. Contemporaneamente perché altrimenti se scrivo solo il testo mi vengono fuori poesie e non canzoni”.
Istintivamente simpatico e affabile, Edo però a questo punto deve superare un piccolo test di credibilità. Perché tra tanti che iniziano e vogliono farcela, e un panorama artistico che grida “largo ai giovani!” ma è monopolizzato dai vecchi, bisogna anche temprarsi. Incalziamolo così.
Talent show? “Una mia cara amica, Nice, è andata a X Factor, ma non ce l’ha fatta. Glielo avevo detto. Io non ho seguito chi me l’aveva proposto. Non voglio cantare cose altrui e farmi manipolare anche l’unico inedito che posso presentare in tv.
Lezioni di musica? “Ho iniziato a suonare il piano molto presto. Poi sono passato alla chitarra, dopo anni in cui ho trascorso fino a 4 ore al pomeriggio a martellare quella elettrica. Lo studio mi ha aperto tante porte. Leggo la musica, la scrivo e ne usufruisco come ascoltatore.
Influenze? “Mi piacciono i Led Zeppelin. Poi i Muse e i Coldplay per la scrittura. I Negramaro non più tanto”.
Aspettative? “Mi aspetto tutto o niente. Mi piace la gavetta. Ho fatto club, feste della birra. Adesso che ho un progetto più strutturato mi sento pronto a fare di più. Ma non ho sete di fama, sono autore, insegno anche la chitarra, la musica può essere un lavoro per tanti aspetti”.
No Tav? “Se la vivi da dentro, la val di Susa diventa parte di te, il suo paesaggio, la sua bellezza, quello che vedo dalle finestre. E poi anche le camionette dei carabinieri e gli scontri sono diventati parte della quotidianità in quella zona. Si respira tensione. Ma mi sono informato e da quanto ho capito, è meglio non farla questa Tav”.
Test superato.
CHRISTIAN D’ANTONIO